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Lo sport nella Repubblica di Platone: SportCity e Costituzione

In un’opera decisiva per la filosofia occidentale, scritta approssimativamente nel 380 a.C., Platone affronta in forma sì dialogica ma a suo modo sistematica (almeno nella ricerca) una serie di questioni riguardanti la giustizia, il bene, la verità, l’arte, l’anima, il destino dell’uomo e altro ancora sotto quell’aspetto che tutte le comprende: la Politica.

Il testo è passato alla storia come “Repubblica” e la sua intitolazione greca ci permette di toccare con maggiore precisione un tema di attualità che svilupperò nel corso dell’articolo. Il termine greco “politeia” significa nella maniera più approssimata “costituzione politica”, e Platone intende con ciò un discorso razionale e fondativo che tratta del giusto reggimento della città (polis) e della giusta condotta di vita dei suoi cittadini.

Il legame tra individuo e città a partire dall’idea di Giustizia

Animate sono state le discussioni in merito alla natura dell’opera, certo è che il punto scatenante e che raccoglie in sé le altre questioni sviluppate è il significato di “giustizia”: cos’è la giustizia? Cosa rende giusto un uomo? E perché mai ci si dovrebbe comportare da giusti e non altrimenti? Dalle difficoltà che sorgono nella definizione della giustizia si passa a una distinzione cruciale: giusto può essere un individuo singolo per il suo modo di agire, ma giusta può anche essere una città quando rispetta certe condizioni di governo. E se unica è l’idea di Giustizia in entrambi i fenomeni, le due realtà di cui si parla (individuo e città) sono da considerarsi omologhe nella loro conformazione giusta. Avviene così la transizione decisiva dell’opera: leggiamo prima il “testo della Giustizia” per come è scritto a grandi lettere nella comunità politica che viviamo, lì dove è più facilmente visibile, sarà così poi più semplice ritrovarlo e decifrarlo nel testo più minuto dell’anima di ciascuno.

Dalla giustizia alla salute

Un’altra precisazione lessicale si rende ora necessaria: quando noi pensiamo alla giustizia siamo abituati a pensarla in termini di diritto (ius), e sebbene per i Greci il termine abbia anche un senso analogo la parola greca per giustizia (dike) ha un significato originario che abbraccia un campo di fenomeni ben più ampio di quello limitato al diritto. A mio avviso con ragione si è parlato di un’accezione “metafisica” del termine*, per indicare come i Greci intendessero la giustizia come un modo d’essere delle cose. Un qualcosa è “giusto” se rispetta l’essenza che gli è propria. Ad esempio, se diciamo che l’uomo è un essere razionale e lo è come suo portato più proprio ed essenziale, giusto sarà quell’uomo che agisce secondo ragione, conformandosi così alla sua essenza più propria.

Giusta è dunque una cosa che si trova nella sua massima espressione propria. Solo così si può rendere trasparente un legame concettuale che per Platone risulta tanto evidente quanto determinante: il legame tra giustizia e salute. In una città malata regna l’ingiustizia, il desiderio di sopraffazione per ottenere gloria e ricchezze, il lusso smodato, la brama di un potere tirannico, in definitiva la violenza del più violento (tutta la storia greca ci dà continui esempi di ciò). Di contro, una città giusta è una città in salute, ossia dove regna un certo equilibrio naturale tra le parti di cui è costituita.

Il benessere della città

Quali sono dunque queste parti che compongono il corpo politico? Il discorso platonico sulla cosiddetta “città ideale” (la kallipolis, la città bella e giusta) porta ad una tripartizione delle funzioni politico-sociali: a capo ci sono i governanti, che sono coadiuvati dal ceto militare e supportati dal punto di vista materiale dal ceto produttivo. La base selettiva di questa tripartizione è in primo luogo di tipo fisico e psicologico, il talento e la propensione naturale di ciascuno determina l’inserimento nelle varie classi. In secondo luogo, un enorme valore viene riconosciuto all’educazione, unica via per la realizzazione della giustizia di città e individui. Per quanto riguarda le classi, la prima e più importante, quella di governo, spetta a quei pochi in cui spiccata è la propensione al sapere, a coloro che detengono o quantomeno si prendono cura del sapere inerente alla giustizia. Al gruppo combattente fanno parte tutti coloro caratterizzati eminentemente da coraggio e prestanza fisica. Tutti gli altri, i lavoratori, hanno il compito di curarsi della produzione dei beni per sé stessi e per la comunità.

La Giustizia che leggiamo a grandi lettere nella comunità cittadina consiste dunque, per Platone, in un ordine politico-sociale in cui ciascuno “fa ciò che gli è proprio” per garantire il miglior giovamento alla città nel suo insieme, senza sconfinare in ruoli che non gli competono (l’aspirazione al potere dirigente è resa meno appetibile da svariati accorgimenti che non possiamo spiegare qui). La giustizia così concepita garantisce la salute della città e, in ultima istanza, il benessere, la felicità individuale e collettiva**.

Il benessere individuale

Come stanno allora le cose con l’anima, con la soggettività di ciascuno? Anche qui Platone individua una tripartizione, questa volta di natura psichica e presente in ognuno di noi: ad una parte ragionante se ne aggiunge una “collerica” e una desiderante. Da notare è la corrispondenza con funzioni politico-sociali: tra i governanti è più spiccata la qualità ragionante, tra i combattenti quella “collerica” e nei lavoratori quella desiderante. Senza addentrarci troppo nella natura di questi principi decisionali dell’agire umano, ci limitiamo a dire che anche qui la giustizia/salute/felicità si raggiunge mediante un accorto equilibrio gerarchico tra essi, a cui si aggiunge e in certo qual modo corrisponde l’intreccio con la salute del corpo, che può avere una ricaduta benefica o meno sul benessere psichico dell’individuo.

E qui ci fermiamo. Qual è il valore che Platone assegna allo Sport?

Lo sport come cuore educativo del legame tra individuo e città

La simmetria che abbiamo visto instaurare tra individuo e città si ritrova legata in maniera più indissolubile in quell’intreccio tra corpo e anima che è il vivente umano. Nel Timeo Platone afferma la necessità, per chi voglia essere pienamente “in salute” (conforme alle sue possibilità più alte), di allenare sempre congiuntamente corpo e anima, affinché entrambi vadano di pari passo nel rafforzamento reciproco e mantengano il giusto equilibrio dell’insieme. D’altronde ormai è cosa piuttosto nota, la potenza è nulla senza controllo…

La ginnastica, l’esercizio fisico in palestra, ha dunque per Platone un valore educativo fondamentale. Per questo, nello stato ideale, i custodi (che solo in una fase educativa successiva verranno distinti in dirigenti e combattenti) dovranno temprarsi tanto negli esercizi spirituali quanto in quelli fisici. La ginnastica viene intesa nella sua forma eminente come allenamento nella lotta, combattimento***. È nel misurare le proprie forze contro un avversario o un’avversità che si impara una gestione educata delle energie combattenti (a controllare e ben indirizzare quella parte che prima, piuttosto superficialmente, abbiamo chiamato “collerica”) e ci si prepara ad affrontare con successo le lotte con i vari moti dell’animo. Nelle Leggi Platone renderà maggiormente evidente il legame tra gli esercizi del corpo e le virtù dell’anima: “Potremmo affermare che sin da giovani l’esercizio del coraggio consiste nel vincere le paure e i timori che ci assalgono. Possiamo allora dire che la ginnastica che i bambini praticano quando fanno movimento contribuisce grandemente a quella parte di virtù dell’anima” (791b-c).

Per riprendere un’immagine dello stesso Platone, la Giustizia nell’anima si realizza a partire da un’educata alleanza tra la qualità ragionante propriamente umana e il nostro “leone interiore” (le energie combattenti), un’alleanza tale da poter domare e ben indirizzare il “mostro mitologico a più teste” dei nostri desideri, passioni e ambizioni. La Giustizia in definitiva, tanto per la città quanto per la soggettività umana, consiste in un’appropriata collaborazione tra i fattori che compongono un insieme per portarlo alla sua massima espressione propria.

Sport in Costituzione: verso le SportCity

Tiriamo infine le conclusioni. Non trovo sia particolarmente importante seguire a pieno il discorso platonico, millenni sono passati da quelle parole scritte e molti “se” compaiono in quanto scritto sopra, ma un compito forse innegabile e senza tempo hanno certi filosofi, quello di “darci da pensare”, a noi, qui, oggi. Il compito ereditario che il testo platonico ci lascia, a mio avviso, è quello di ripensare la simmetria tra città e individuo, a partire dalla corrispondenza individuale tra anima e corpo. Di ripensare nella complessità contemporanea l’interconnessione, attraverso lo sport, fra l’individuo e la propria città di appartenenza. Lo sport può essere inteso come un modo di giusta appropriazione degli spazi pubblici, come un modo di abitare la città costruendo valore per sé e per la comunità. È così che vede assumere maggiore importanza la “battaglia” che da diversi anni personalità del mondo sportivo come Fabio Pagliara, Roberto Ghiretti e Mauro Berruto stanno portando avanti per inserire con un ruolo di maggior rilievo la parola “sport” nella nostra Costituzione italiana (per firmare la Petizione promossa da Cultura Italiae rimando qui). Infine, una ricerca dell’Istituto Piepoli ha rilevato che per 9 italiani su 10 la “città ideale” deve essere una città adatta a fare sport. Ora, per chi vorrà, non resta che fare i primi passi decisi in quella direzione e iniziare insieme il lungo cammino di trasformazione delle città italiane in SportCity. Per la salute, il benessere e il miglioramento di singoli e comunità.

Giacomo Ardizzone

Business Development & SportCity Intern

NOTE

* M. Heidegger, Nietzsche, Adelphi, Milano 2013, pp.167 e sgg.

** M. Vegetti, Quindici lezioni su Platone, Einaudi, Torino 2003, p.100.

*** S. Regazzoni, La palestra di Platone, Ponte alle Grazie, Milano 2020, p.52. Le traduzioni dei passi platonici citati nell’articolo sono state prelevate da questo testo, al quale caldamente rimando tutti gli interessati per approfondimenti.

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